Francesca Puglisi*
Dalle favole ai fatti
Il governo Berlusconi ha sempre
raccontato favole, prima con le tre I della Moratti (inglese, internet,
impresa) poi con gli slogan “Serietà, merito, educazione” della Gelmini,
mentre nei fatti avveniva il più grande licenziamento
di massa: 8 miliardi di tagli, e 132.000 posti in meno. Anche la qualità è calata: il maestro unico, il taglio del
tempo pieno, il sostegno (il rapporto è salito da 1,95 a 2,03 alunni per
ogni docente di sostegno), le classi pollaio (60
mila classi dove l’evacuazione potrebbe essere un problema) sono negatività che hanno inciso sugli apprendimenti dei bambini italiani che sono crollati
col ministro Gelmini: nelle rilevazioni Iea in lettura i bambini delle 4°
elementari passano dal 6° posto del 2006 al 16° del 2011; in matematica passano dal
16° al 24° e in Scienze dal 4° all'11°. Il ministro Profumo sembrava voler far meglio, in realtà il
governo Monti ha seguito la tabella di
marcia dei tagli all’istruzione dettata da
Tremonti e ha poi chiuso con l’improvvida proposta
di aumentare senza corrispettivo l’orario di lavoro dei
docenti, accusandoli di conservatorismo.
Se tocca a noi
La scuola non ha bisogno di grandi
riforme, ha bisogno di stabilità, fiducia e risorse.
Promuoveremo una “fase costituente” con una grande consultazione
nazionale e riporteremo gradualmente l’investimento almeno al livello medio dei Paesi OCSE (6% del PIL), tagliando
altrove la spesa statale. Il nostro obiettivo è dimezzare il tasso di dispersione
scolastica e raddoppiare il numero di laureati, poiché le ricerche internazionali dimostrano che più istruzione significa più sviluppo. Ed è fondamentale cominciare bene: per il PD la scuola dei più piccoli (0-6 anni) non è un servizio ma un diritto di tutti, per questo è urgente varare un nuovo piano per
raggiungere l'obiettivo del 33% di copertura dei posti all'asilo nido come
chiesto dall'Europa e garantire a tutti un posto nella scuola dell'infanzia. Nella scuola primaria vogliamo rimettere
in vetrina i gioielli di famiglia del sistema scolastico italiano: tempo pieno e modulo a 30 ore con le
compresenze, mentre per la scuola media, punto critico per
l'abbandono scolastico, dobbiamo reclutare una leva di insegnanti specializzati
per preadolescenza e adolescenza, e allungare il “tempo scuola” (scuole aperte anche al pomeriggio con
sport, tecnologia, studio in gruppo, laboratori, classe aperte ecc). Per il
ciclo superiore, il Pd propone un primo biennio unitario, così che la scelta a quale scuola iscriversi non sia fatta in 3° media, troppo presto, ma maturi dopo i primi due anni della secondaria.
Inoltre, è fondamentale rilanciare l'istruzione e la formazione tecnica e professionale per
rilanciare il Made in Italy nel mondo. Per questo serve una nuova governance
territoriale per migliorare l’offerta formativa
puntando a istituire Poli per l’Istruzione Tecnica Superiore che tengano insieme l’istruzione tecnica / Professionale e la formazione
professionale (sistema integrato), le imprese, l’università e il mondo della ricerca. L’istruzione e formazione tecnica superiore
(IFTS) va potenziata e gli Istituti Tecnici Superiori (ITS), istituiti come
esperienze di formazione terziaria non accademica, devono rispondere sia alle
esigenze imprenditoriali locali in continua trasformazione, sia ad un’offerta di eccellenza, da consolidare nei settori strategici dello sviluppo
del Paese.
Ridare fiducia alla scuola significa
garantire un organico funzionale
(cioè una dotazione di personale) stabile per almeno un triennio,
attraverso un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per stabilizzare i precari (lo Stato spende di
più a licenziarli ogni anno!), significa
potenziare l’autonomia scolastica valorizzando gli organi collegiali esistenti e
riformandoli con l’aiuto di insegnanti,
dirigenti scolastici, studenti, genitori, Ata; significa una valutazione non punitiva, che
accompagni le scuole al miglioramento, con un unico Istituto Nazionale per la Valutazione e la Ricerca Educativa.
Pensiamo anche ai giovani che vogliono insegnare: la nostra proposta prevede la selezione attraverso concorso dei migliori
laureati per l’accesso alla formazione iniziale per
ottenere l'abilitazione, un anno di prova attraverso tirocinio e supplenze
brevi e firma del contratto a tempo indeterminato. E gli insegnanti meritano
quel prestigio sociale che i governi prevedenti hanno negato, anche attraverso
un nuovo contratto nazionale che attribuisca una retribuzione più alta per chi decide di svolgere a scuola nel
pomeriggio le attività svolte oggi a casa
come la correzione dei compiti, la preparazione delle lezioni, la formazione,
ecc.
Le condizioni disastrose dell’edilizia scolastica, sono una vera e propria emergenza nazionale, che va
affrontata subito, allentando il patto di stabilità interno degli Enti Locali che investono per ristrutturare o edificare
nuove scuole, rifinanziando la nostra legge 23 e offrendo ai cittadini la
possibilità di destinare l'8 x mille all'edilizia
scolastica.
Scuole più sicure ma anche scuole più moderne per i ragazzi dell’era digitale: è urgente garantire l’accesso a Internet
nelle classi (e non solo nelle segreterie!) e dotare insegnanti (adeguatamente
formati) e alunni del materiale tecnologico anche in comodato gratuito, nonché sviluppare le Risorse educative aperte (OER-Open educational resources).
"Riforma della scuola" n° 16
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